"Di fronte al fatto non servono argomentazioni", enuncia il principio di non contraddizione. Secondo la filosofia di Aristotele e di San Tommaso, “una cosa non può essere e non essere nello stesso tempo e sotto lo stesso aspetto”, come citato più volte nella Summa Theologiae. 👇
Rattrista constatare come ai giorni nostri si stia cercando di demolire anche questo punto fermo. La pigrizia mentale che ci induce, sempre più spesso, a desistere dalla ricerca di fatti che comprovino la narrazione "che cala dall'alto", va accompagnandosi con l'uso del possessivo davanti al nome "verità", così che non sia più vista come Una e Immutabile, ma soggetta a variazione a seconda di chi la percepisce: la mia verità, la tua verità...
Di fronte alla prova empirica o ai processi logici, si afferma come criterio per stabilire cosa sia reale e cosa no il dato emozionale: se un fatto "mi piace" o "mi suona bene" ci credo, altrimenti no. E la ricerca di dati che comprovino o smentiscano il nostro punto di vista... vada a farsi benedire! Non a caso, per la prima volta, tendiamo a dare più peso a quanto letto su internet che a quanto viviamo in prima persona, rintanandoci sempre più in una bolla percettiva che, anche se rassicurante, di reale ha ben poco, tantomeno di Vero con la V maiuscola.
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