mercoledì 13 marzo 2019

Ricostruzioni Filosofiche - Carl Gustav Jung e la Sincronicità




14 commenti:

  1. Che tema ricco! A volte però un tema troppo ricco ti mette in difficoltà: come scegliere tra il “rapporto tra psiche e corpo”, oppure sulle “origini della natura”, oppure ancora sulla “natura della sincronicità”?
    -- “Il rapporto tra psiche e corpo” nelle conclusioni del suo lavoro sulla sincronicità Jung si chiede se sono i processi fisici a determinare lo psichico, oppure è una psiche preesistente che organizza la materia.
    -- “Le origini della natura” e’ un tema che prova a rispondere ad una domanda che mi posi alcuni anni fa’: fin dove si può scendere nell'origine dei tempi a ricercare le origini di quella parte di conoscenze che ci sono state trasmesse dai nostri genitori e antenati?
    -- “La natura della sincronicità” prova invece a rispondere ad una domanda che ci siamo già fatti in questo blog: i cosiddetti eventi acausali sono veramente tali o ci sembrano tali solo perché non conosciamo il fenomeno fisico, il media, attraverso il quale avviene la comunicazione e quindi la casualità?
    Dal mio punto di vista questi e altri sono tutti temi che meriterebbero diversi pagine per essere discussi. Ma poi ho deciso di lasciarmi ispirare dal disegno fatto da Alice ad apertura di questa pagina, allora perché non trattare alcuni di questi temi nella chiave de “La Griglia di Cipolla”? Il rischio e’ che ne esca un “minestrone”, una brodaglia insapore, ma se sapremo dosare i post, potremmo preparare un piatto abbastanza completo e saporito.

    PS: avevo anche valutato gli esempi di sincronicità, ma ancora una volta mi trovo costretto a rinviarli – ovviamente senza perdere la speranza di trattarli.

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  2. Pensavo a queste cose:
    -Mi sono avvicinata al tema delle sincronicità quando bazzicavo nel campo esoterico. Lì il fenomeno viene spiegato come se la nostra mente "imponesse" una forma alla realtà. Ad esempio, ritornando al post su Edith Stein, io nell'atto di pensare e creare quel post sul rispecchiamento avrei influenzato il commento di Protagora nel post di Schopenhauer sull'atteggiamento degli altri. o viceversa.
    -In ambito cristiano mi ha stupito un concetto che si chiama "Dio-incidenza". Ovvero una concomitanza di eventi che noi chiameremmo "coincidenza", ma che in realtà sarebbe originata dall'azione di Dio sulla realtà.

    Non voglio discutere se queste posizioni siano vere o no, perchè non è questo il luogo. Solo una considerazione: in entrambi i casi si mettono in relazione concomitanze di eventi che non sono legati sensibilmente dal rapporto causa-effetto, in entrambi i casi si attribuiscono queste connessioni a un potere preter-naturale (la potenza della mente, o magia, nell'ambito esoterico) o sopra-naturale (l'agire di Dio). Ma questo non significa riportare la sincronicità nell'ambito della relazione causale? Ovvero dire che se due eventi in relazione tra loro non sono legati nel mondo fisico, magari lo sono nella sfera del trascendente?

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    1. La domanda e’ interessante e richiede un po’ di riflessione. “Sui due piedi” mi vengono due osservazioni.
      a) Nei due casi citati e’ evidente la presenza di relazione, cioè di “cause”, non fisiche, trascendenti, ma comunque “cause”, e questo implica la rottura della acausalità’. Mi verrebbe da osservare che i sostenitore dei due esempi che citi non credono alla sincronicità, vale a dire: siccome non sono fenomeni fisici a causare gli effetti, e non esiste niente di diverso da quanto si può vedere, toccare o misurare, sono fenomeni inspiegabili. Aggiungo che, sempre nei due esempi, manca anche un tentativo di spiegazione in termini di sincronia di spazio-tempo. Nel primo caso, se una mente più forte [A] fosse in grado di condizionare i comportamenti di un’altra [B] - il “SE” in questa frase e fondamentale - ci sarebbe una causa molto evidente, un’energia che metterebbe [A] in grado di condizionare [B] quando e dove gli pare e piace, quindi nulla di più diverso dalla sincronicità. Nel secondo caso, per definizione un potere divino può originare un’azione sulla realtà quando e dove gli pare e piace. Quindi ancora non e’ sincronicità.
      b) Anticipo brevemente un esempio di sincronicità citato da Jung. Una sua paziente, che da anni non riusciva a risolvere i suoi i problemi e non trovava vantaggi dall'intervento del terapeuta (Jung medesimo), racconta in una seduta di aver sognato uno scarabeo. Nel corso della seduta si sente un piccolo rumore al vetro di una finestra, il terapeuta controlla e verifica che una specie di scarabeo si era posata sulla finestra. Va ricordato che siamo in Svizzera, una regione non proprio famosa per la ricca presenza di insetti e di scarabei in particolare. Jung lo raccoglie, lo mostra alla paziente ed inizia a razionalizzare l’accaduto in termini sincronici. La paziente inizia a superare ed in breve risolve i suoi problemi. Qui non abbiamo una mente che ne controlla un’altra, non abbiamo evidenza di richiesta di aiuto divino o forte caratterizzazione religiosa della paziente o del terapeuta, abbiamo invece due eventi, il sogno e l’irruzione dello scarabeo, avvenuti in tempi ravvicinati nello stesso spazio di interesse della paziente, senza una qualunque spiegazione casuale in base a fenomeni ad oggi a noi noti. Questa e’ quella che Jung chiama sincronicità.

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    2. Ok, è quello che intendevo. In campo esoterico il concetto di sincronicità è male interpretato, perchè visto come l'agire di "energie" o "magia".

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  3. Il mio post è più elementare e si riallaccia al tema dell'arcolaio.
    Possedere questo strumento miracoloso, sarebbe un toccasana. Sai quante scelte, azioni, decisioni ecc..di cui ci siamo pentiti, si potrebbero correggere?

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    1. Mi scuso per il mio post "sognante" venuto dopo i vostri certamente più impegnati.

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    2. Non scusarti! Qui i commenti sono aperti a tutti, senza bisogno di un test d'ingresso ;-3
      Mi veniva in mente a proposito la serie tv "being erica", che mi piaceva molto: qui la protagonista, erica, seguiva una strana psicoterapia durante la quale poteva viaggiare nel tempo per rivivere i principali rimorsi della sua vita... non poteva però correggere niente, quindi forse l'Arcolaio è meglio!

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    3. Eh già, forse non potendo cambiare il passato possiamo però accettare i nostri errori, siamo umani e nella vita è inevitabile commetterne!
      A nostro favore, in compenso, abbiamo tanti "strumenti" da utilizzare per elaborare. Penso, ad esempio, alla comprensione, al dialogo, all'empatia, al saper perdonarsi e/o perdonare.
      Lasciamo andare i dolori e non permettiamo loro di imprigionarci...il filo dell'Arcolaio deve continuare a svolgersi!
      E tutto questo lo dico a me stesso!!

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  4. LA GRIGLIA DI CIPOLLA (Ia parte)
    Carlo Cipolla, nato nel ’22 a Pavia, storico dell’economia e scrittore dotato di uno umorismo molto particolare che ha gli permesso di rendere interessanti al grande pubblico i temi economici. Tra i tanti suoi scritti, famoso e’ “Allegro ma non troppo” in cui elenca “Le leggi fondamentali della stupidità umana” e introduce quella che ho chiamato “La Griglia di Cipolla” che qui descrivo brevemente. Su due assi cartesiani, mise nell’asse orizzontale i vantaggi per se stessi (svantaggi nei quadranti negativi) e nell’asse verticale i vantaggi per gli altri (svantaggi nei quadranti negativi). Si creano così 4 quadranti (griglia) in cui classificare le persone:
    I°: vantaggi per se stessi e vantaggi per gli altri => intelligente
    II°: svantaggi per se stessi e vantaggi per gli altri => sprovveduto
    III°: svantaggi per se stessi e svantaggi per gli altri => stupido
    IV°: vantaggi per se stessi e svantaggi per gli altri => bandito
    La griglia, come metodo di rappresentazione di un concetto, mi piace perché molto sintetica e abbastanza completa, non credo sia una sua creazione e mi piacerebbe sapere se ha un inventore. Fatta questa introduzione, tratterò alcuni esempi con un legame con la sincronicità

    Spazio/Tempo vs Causalità/Sincronicità
    Questa e’ la griglia di apertura della pagina e non poteva mancare. È importanti notare che per decenni la grigli non esisteva perché c’erano solo 3 elementi, fu l’introduzione del IV° elemento (la sincronicità) che rese possibile la creazione di un unico modello in grado di spiegare fenomeni fisici e umani. Sottolineo il concetto che abbiamo già trattato e che incontreremo anche di seguito:
    (3 + 1) = 4, e grazie a questa aggiunta, (4 -> 1)
    Detto con altre parole, 3 componenti erano insufficienti a fare un modello esaustivo, fu solo l’introduzione del IV° che rese possibile lo sviluppo.

    Coinvolgimento vs Causa – Modello di Vaughn
    Questa e’ un modello per scopi commerciali, ha varie declinazioni, aiuta a capire il coinvolgimento dei consumatori verso un prodotto o come collocare un prodotto sul mercato. Gli assi della griglia sono alto/basso (coinvolgimento) vs razionalità/emotività (causa). Il tema e’ piuttosto estraneo al blog, fatta eccezione per la linea di cosmetici di Nyx ;-), ma anche qui ricorre il tema del 3, 4 ed 1. Per decenni si e’ pensato di proporre o posizionare un prodotto sul mercato su basi razionali, se vogliamo “causali”, l’intuizione di aggiungere un aspetto irrazionale, l’emotività, permise di creare un modello funzionale e completo. Sarà un caso, ma anche in questa griglia, l’aspetto irrazionale e’ il semiasse orizzontale destro. (magari e’ effetto della sincronicità ;-)

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    1. No aspetta, ora che leggo meglio, c'è anche la linea di vestiti Abiru!

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  5. Giustamente, vivendo io a Pavia, il Cipolla non poteva mancare!

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    1. Pensa che non conoscevo Cipolla, me ne parlarono all'estero quando, per spiegare un concetto, feci una griglia con 4 quadranti.
      PS: hai idea di chi possa aver inventato quel metodo espositivo?

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  6. LA GRIGLIA DI CIPOLLA (IIa parte)
    Razionale vs Irrazionale – Tipi Psicologici
    I tipi psicologici vennero sviluppati da Jung come aiuto per capire il comportamento di una persona. Il tipo indica quale risorsa viene principalmente usata a livello cosciente per adattarsi all'ambiente. I 4 tipi sono “pensiero”, “sentimento” (tipi razionali) e “sensazione”, “intuizione” (tipi irrazionali). Il tipo pensiero cerca il suo adattamento affidandosi al ragionamento, alla logica; il tipo sentimento si affida alle regole, alle leggi; il tipo sensazione conta sui sensi per capire come comportarsi ed infine il tipo intuizione si lascia guidare dal “fiuto” per decidere il da farsi. Un esempio può aiutare a chiarire. Pensiamo di essere per la prima volta in un ambiente vasto e complesso che non conosciamo, come un grande museo o una grande mostra e mentre siamo in visita, da soli, scatta l’allarme anti incendio. Vediamo come i diversi tipi reagiscono. Il tipo pensiero cercherà di valutare la situazione: l’allarme e’ vero o e’ un’esercitazione? Fosse vero, meglio fuggire o restare? Se fuggire, verso dove? … e così via. Il tipo sentimento cercherà le regole di comportamento in caso di incendio e si adeguerà ad esse. Il tipo sensazione si darà da fare per cercare un posto in cui sentirsi protetto ed al sicuro ed infine il tipo intuizione fiuterà l’aria, osserverà il comportando degli altri e deciderà come comportarsi.
    Nella griglia i due tipi razionali stanno agli opposti di un asse mentre gli irrazionali sono agli opposti dell’altro. Ad esempio, quando il pensiero e’ al massimo, il sentimento e’ al minimo, o se la sensazione e’ al massimo, l’intuizione e’ al minimo, e così via. La griglia non ha un orientamento predeterminato, ma porta in evidenza, più in alto di tutte, la funzione principalmente usata e subito sotto le due funzioni ausiliarie. Per come e’ organizzata la griglia se la funzione principale e razionale, le due secondarie sono irrazionali; viceversa nel caso di funzione principale irrazionale. Tipicamente un individuo usa tre funzioni: molto quella principale e un po’ meno le due ausiliarie, mentre la quarta e’ poco usata e a volte e’ del tutto ignorata. In realtà la situazione e’ un po’ più complessa perché quanto detto finora ci dice come si comporta la nostra sfera cosciente, mentre il nostro inconscio si comporta in maniera diametralmente opposta. Pertanto, se ad esempio la nostra funzione principale e’ il pensiero, il nostro inconscio sarà guidato dal sentimento, e così via per le altre funzioni. E’ facile immaginare i rischi del conflitto tra coscienza ed inconscio. Tanto più trascuriamo la quarta funzione, tanto più il nostro inconscio si ribellerà ostinandosi di imporre la sua funzione principale, che è, ahimè, diametralmente opposta a quella che vorremmo usare.
    E qui ritorna il tema del 3, 4 ed 1: se capiamo il conflitto che viviamo e lavoriamo per integrare nella nostra coscienza la quarta funzione ((3 + 1) = 4), ritroviamo l’equilibrio perso, e come d’incanto le quattro funzioni si metteranno a lavorare insieme, come un'unica entità, il quattro e’ diventato uno! (4 -> 1).

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