mercoledì 27 marzo 2019

Ricostruzioni Filosofiche - Albert Einstein

 





14 commenti:

  1. Si, sicuramente aveva ed ha ragione il buon Albert!
    Però, secondo me, bisogna avere anche un gran carattere....per andare da soli.

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  2. Lancio lì, senza nulla togliere alla riflessione di Protagora, un "sondaggione" che forse stimolerà una discussione sulle nostre esperienze...
    DOMANDA: Ci sono attività che di solito si fanno in compagnia, tipo mangiare al ristorante o andare in vacanza. Voi avete mai fatto una di queste per conto vostro? O magari la fate abitualmente?
    Io in passato andavo quasi sempre da sola all'estero e spessissimo AL cinema da sola, specie in fasce orarie in cui la sala era vuota. Ora non più, anche perchè ho 5 gatti e le sale cinematografiche nella mia città sono state chiuse. Però ogni tanto mi piace andare da sola al ristorante. Vando anche in compagnia, ben inteso, ma una - due volte al mese ho proprio bisogno di questo spazio per me.

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    1. Nel post seguente parlavo, in modo abbastanza scherzoso, di sincronicità perché ritengo che l'autostima sia una condizione necessaria per muoversi da soli. Potete immagine uno che ha una scarsa opinione di se, passare mezzora da solo senza stare male?

      Mi piace gustare da solo la natura perché' riesco veramente ad isolarmi, specialmente nei boschi o lungo i fiume quando piove o meglio ancora nevica. Circa i luoghi pubblici e' ormai sempre più difficile restare da soli. Unica eccezione per me a questa regola sono i mercati e i mercatini. Qui pero' non mi e' facile liberarmi di Gorgia :-3

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  3. (Il post e’ stato scritto prima di aver letto i due commenti precedenti. Sincronicità?)

    Devo confessare che Einstein non mi e’ mai stato particolarmente simpatico. Apprezzo le sue doti di scienziato ma non mi e’ piaciuto il suo comportamento inizialmente sulla bomba atomica, su come ha condotto il suo rapporto col sesso femminile ne’ il suo atteggiamento che traspariva superiorità. Ma forse, più di tutto questo, a farmi vedere una figura probabilmente sbagliata e’ il mio innato senso di avversione al conformismo. Il suo successo in vita ha attirato una pletora di adulatori sempre pronti ad osannarlo.
    Einstein ci offre diversi spunti di discussione. Partendo dal suo apprezzamento per Spinoza: « … il primo filosofo che tratta il corpo e l'anima come un'unità e non come due cose separate.», mi sarebbe piaciuto trattare il rapporto tra corpo ed anima.
    Ma anche il suo profondo e continuo interesse per la religione offre non pochi spunti di discussione. Nato in una famiglia ebraica non ha seguito questa religione, neanche ha mai creduto in un Dio che prende le forme di una persona (“Dio personale”), ha sempre però creduto « … in un Superiore ordinatore della natura» ed e’ comunque stato contrario all’ateismo che accusa di aver tolto all’uomo il mistero dei miracoli.
    Due temi interessanti che mi sarebbe piaciuto approfondire. Alla fine però ho deciso di seguire in maniera più puntuale il messaggio nelle figure di apertura di questa pagina e commentare alcuni aforismi di Einstein per parlare di “autostima”.

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  4. Ritorno sulla frase di Einstein.
    Credo che il significato sia che occorre pensare con la propria testa, senza farsi trascinare dal branco. Quanto attuale anche oggi!
    Per quanto mi riguarda quello che mi piace fare, quando voglio recuperare i miei spazi, è andare a passeggiare a piedi o in bicicletta, qualche volta gironzolare in macchina, da solo e in posti silenziosi, prevalentemente in campagna. Mi piace osservare la natura e tutti i suoi "abitanti",sentirne i suoni, mi infonde tranquillità e pace. Il silenzio mi permette di riflettere e mi riconcilia col mondo!
    La natura esercita su di me un grande fascino, la sua bellezza mi riempie di meraviglia ed è qui che percepisco il Divino.

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  5. Raccolgo le vostre riflessioni che ho trovato molto stimolanti e ci medito su: la notte è giovane... ;-3

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  6. In tutta questa discussione mi sono scordato di dire che il disegno è molto bello e ben rappresenta lo spirito dei tuoi racconti. Questa capacità, con pochi tratti, di rendere il concetto, la Creatività. Mi incanta sempre, perché non la possiedo, forse.
    Quando vedo, ad esempio, oggetti creati con la "spazzatura", rimangono sempre stupefatto.
    Ad esempio pesci realizzati con i legni spiaggiati o sculture realizzate con pezzi dismessi da vecchi computer o con ingranaggio il metallo...insomma la "visione" che alcuni possiedono di intuire la bellezza là dove non esiste.
    Tutto questo è straordinario ed è opera del Divino!

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  7. AUTOSTIMA
    Credo che uno dei punti di forza di Einstein sia stata la sua autostima. Nella sua vita non ha avuto solo successi, ha provato delusioni nella carriera scolastica ed accademica, per anni ha svolto un umile e noioso lavoro all'ufficio brevetti di Berna ed anche la sua vita sentimentale non e’ stata tutta “rose e fiori”. Senza un forte carica di autostima non sarebbe riuscito a superare gli insuccessi e diventare lo scienziato che conosciamo.
    Usando i suoi aforismi come guida, proviamo a intuire come abbia messo a frutto l’autostima nel corso della sua vita.

    Partiamo dalla frase di apertura di questa pagina. Ha un bel dire Einstein nell'affermare «… Colui che va da solo …», ma che carattere bisogna avere per farlo? Possiamo prendere una strada e soprattutto mantenerla, mentre vediamo che tutti gli altri stanno andando da un’altra parte? Per certo dobbiamo essere convinti della direzione presa, ma dobbiamo anche avere una forte autostima per aver creduto e continuato a credere di aver fatto l’analisi corretta e presa la decisione giusta. L’autostima deve essere accompagnata anche dalla “continuità” di azione perché si giunga al risultato. Einstein godeva di entrambe.

    «Ognuno è un genio. Ma se si giudica un pesce dalla sua abilità di arrampicarsi sugli alberi lui passerà tutta la sua vita a credersi stupido. ».
    «Continua a piantare i tuoi semi, perché non saprai mai quali cresceranno - forse lo faranno tutti. ».
    Questi due aforismi, sono in apparentemente contrasto tra di loro: dedicatevi a cosa sapete fare meglio, il primo, continuate a cercare cosa sapete fare meglio il secondo.
    Nel corso della vita le nostre capacità maturano e cambiano. Allora, se ci dedichiamoci oggi a fare quello che sappiamo fare meglio, si alimenta la nostra autostima e con essa il coraggio per mettere alla prova capacità che potranno maturare domani.

    «Non ho particolari talenti, sono solo appassionatamente curioso.»
    Questo e’ un chiarimento del punto precedente. La curiosità e’ l’”esca” che possiamo usare per fare “uscire dalla tana” la nostra volontà di continuare a “piantare nuovi semi”. In altre parole e’ un tarlo che ci tormenta per continuare a cercare cosa sappiamo e ci piace fare.

    «Una persona che non abbia mai commesso un errore non ha mai cercato di fare qualcosa. ».
    «Per perdere la testa, bisogna averne una.».
    L’autostima stimola il nostro dualismo per individuare e guardare il lato positivo. Abbiamo sbagliato? Bene! Almeno abbiamo provato e questa sconfitta ci insegna a come evitare lo stesso errore in futuro. Abbiamo perso la testa e commesso una sciocchezza? L’abbiamo persa perché l’avevamo, e se l’abbiamo, non dobbiamo far altro che rimetterla in funzione.

    Questa breve raccolta di aforismi illustra come Einstein ha messo a frutto l’autostima e combinandola con una buona dose di continuità di azione sia riuscito a raggiungere i risultati che tutti conosciamo.

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  8. Rispondo qua ma mi riferisco anche al tuo post precedente sempre sull'autostima.
    Personalmente mi considero una persona che, salvo casi eccezionali preferisce "andare sola", eppure non penso di essere dotata di una grande autostima, anzi, piuttosto il contrario...
    Bisognerebbe capire bene cosa si intende per autostima e distinguerla dalla sicurezza. Perchè tante volte credo che prendiamo per "sicurezza di sè" qualcosa che in realtà è più legato alla conoscenza di un dato esterno. Mi riferisco Ad esempio alla differenza tra chi va spavaldo all'esame perchè "tanto è figo" e chi ci va spavaldo perchè ha studiato fino all'ultima virgola. il primo è sicuro di sè, l'altro di ciò che ha studiato (dato esterno).

    In merito a quest'ultimo caso voglio raccontare di un episodio interessante che ha segnato il mio modo di pensare da lì in poi.
    Al mio primo compito di insiemistica serpeggiava tra noi una certa confusione tra i simboli di "unione" e "intersezione". In realtà forse quella confusa ero io perchè tutti gli altri erano certi che i simboli fossero rispettivamente ∪ e ∩, mentre io sostenevo l'esatto contrario. Solo che a un certo punto, vedendo che tutta la classe era d'accordo su una versione, ho deciso di compilare il compito come loro, sbagliando tutto.
    Avessi fatto secondo il mio cervello non solo sarei stata l'unica a fare giusto, ma avrei anche dimostrato sicurezza nella mia preparazione e per questo sarei stata premiata.
    Da lì mi sono ripromessa di non farmi più convincere di qualcosa solo perchè sono in tanti a pensarla così.Una teoria, una posizione, un'affermazione non diventa più vera quanta più gente vi aderisce.
    Certo, tante volte mi sono trovata dalla parte sbagliata o ad avere tutti contro, ma quantomeno è stato per mia scelta, non per scelta altrui.

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    1. Concordo che l’autostima non deve essere confusa con la sicurezza. Parto dai tuoi due esempi per arrivare a dire cosa penso sia l’autostima. Chi va spavaldo perchè tanto è figo non gode ne’ di autostima ne’ di sicurezza, e’ solo un insicuro “poveretto borioso”; analogamente chi ha studiato fino all'ultima virgola e’ un “insicuro” perché ha paura dell’insuccesso e non sa affrontare ciò che non conosce. Chi invece va all’esame preparato, sa che ha discrete probabilità che gli vada più o meno bene, ma sa anche che potrebbe andargli male, nel qual caso, sfrutterebbe l’insuccesso per imparare qualcosa per il futuro, e’ uno che gode di autostima. Chi si comporta in questo modo non ha sicurezze, o meglio, ha la sola sicurezza che dentro di se ha le risorse o per superare un ostacolo o per recuperare da un “inciampo”, migliorando in entrambi i casi.

      Torno in serata o domani su “andar da soli vs autostima” per risponderti e perche ho commesso un errore in un mio post, … ma proprio mentre stavo scrivendo ho trovato un articolo su Repubblica che parla di “autostima” oggi mentre noi ne parliamo da almeno 3 giorni. Se non e’ sincronicità questa … .
      https://d.repubblica.it/life/2019/03/29/news/come_avere_autostima_paolo_crepet_coaching_assertivita_consigli_paolo_crepet-4352018/?ref=RHPPBT-VD-I0-C4-P20-S1.4-T1

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  9. In un post precedente ho scritto “ritengo che l'autostima sia una condizione necessaria per muoversi da soli”. Sotto il profilo della logica matematica l’affermazione e’ sbagliata. La frase corrette avrebbe dovuto essere: “l'autostima e’ condizione sufficiente a poter andare da soli”. In altre parole, chi gode di autostima, può andare da solo; ma si può andare da soli anche sotto altre condizioni e questo rende giustizia alla tua affermazione che preferisci andare da sola, ma non pensi “di essere dotata di una grande autostima”.
    Questo ci porta a riflettere che ci sono vari modi, cause o occasioni per “andar da soli”, ad esempio per rilassarsi, per riflettere, per mettersi alla prova e molte altre. D’altra parte però ci sono altrettanti modi, cause o occasioni per “andar in compagnia”. Il dilemma fa sorgere la domanda: dobbiamo seguire gli altri o andare da soli?
    Nella mia esperienza scolastica ebbi un’esperienza simile alla tua: nella discussione pre-compito tutti dicevano l’opposto di quanto affermavo. Troncai la discussione restando della mia idea. Svolto il compito un compagno prese 6, io presi 5 e tutti gli altri dal 4 in giù. Ma ho anche esperienza di tante cose che ho imparato seguendo e ascoltando gli altri. Come regola generale se ho una mia sicura convinzione non seguo gli altri, se però non ho un’idea precisa, cerco di seguire gli altri, selezionando però con attenzione quali “altri” seguire.
    “Atterriamo” dunque sempre nello “stesso campo”: non assumo un atteggiamento univoco, valuto e decido di volta in volta, sulla base delle mie conoscenze e degli stimoli esterni. A noi sofisti piace valutare la realtà sempre sotto molti punti di vista, quindi disquisire, giocare diverse parti e solo alla fine decidere ed agire.

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  10. Intervengo sommessamente per aggiungere una osservazione alla discussione: bisogna comunque mettere in conto che errori se ne commetteranno certamente nella vita ma questo non ci deve far sentire dei falliti. Quello che invece è importante è saperli riconoscere, farne tesoro e, ove possibile, rimediare. Questa capacità contribuisce a costruire la nostra autostima.
    E qui entra in gioco la "sana" autocritica!

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    1. Quanto hai ragione!
      Infatti in questo periodo l'eccessiva rigidità mi sta creando non pochi problemi! Per non parlare dell'aumento smodato delle ore di lavoro...
      Prometto che rifletterò su questo tuo intervento e cercherò di farne tesoro... E, guarda, quasi quasi mi rimetto anche a letto!

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