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Meet my characters - I Gatti Ongaici...
Regno dell'Ongheu DUGONGO Il Gatto con la lingua fuori e la mascotte del Regno. Ha esordito lavorando come giardiniere a pal...
Regno dell'Ongheu DUGONGO Il Gatto con la lingua fuori e la mascotte del Regno. Ha esordito lavorando come giardiniere a pal...
Innanzitutto porta i miei complimenti a Sedna e Dugongo perché hanno una libreria / biblioteca da fare invidia.
RispondiEliminaIn secondo luogo devo confessare di non conoscere Danielewski, mi affiderò quindi nel mio commento sulla ricostruzione fatta da Alice.
In attesa che la notte mi porti consiglio sul tema su cui sto riflettendo, auguro una buona notte a tutti.
Grazie!
EliminaUna breve nota su come ho reso la biblioteca: è in stile Teresiano, da Maria Teresa d'Austria. Qui a Pavia ce n'è una simile nel palazzo centrale dell'Università, ma grazie alla ricerca fatta per questo post ho visto che ne sono state costruite altre in questo stile, tra cui quella annessa alla Pinacoteca di Brera, a cui mi sono ispirata.
Dugongo mi ha ricordato quel detto:
RispondiElimina"Cicero pro domo sua"
Questa visione dell'amore di Mr.Danielewski mi pare alquanto nichilista e strabica perchè considera solo le pene d'amore ma non le gioie. (Tra l'altro noto che ha usato un sofisma per rendere il suo pensiero, cosa ne penserà il nostro amico Protagora?)
Il tuo disegno, così ricco di dettagli e ben eseguito, ti sarà costato impegno e sacrificio ma la passione ti ha fatto superare la fatica/sofferenza e il risultato ti ha ripagato dello sforzo e ti ha dato gioia.
Vale la pena di provare passione anche sopportando un pò di sofferenza, è il sale della vita!
Leggo questo commento quando avevo orma mandato alle stampe il mio ;-)
EliminaCirca la domanda diretta non ho colto il sofisma che citi, prendendo comunque atto della tua osservazione, posso dirti che la presenza di potenziali proseliti non può che farmi piacere.
Circa invece il tuo commento, leggendolo in combinazione col mio, osservo che e’ uno splendido esempio di come sia possibile giungere allo stesse conclusioni, partendo da opinioni differenti.
Caro Protagora,il sofismo a cui mi riferisco sta nel fatto che il Dugongo/Danieleweski ha usato la parte del significato del termine "passione" che più conveniva per avvalorare la sua tesi,come fa un buon sofista!
EliminaIl termine, nel tempo, ha assunto un più ampio significato che comprende diverse sfumature.
E' desiderio, trasporto intenso dell'anima e può avere un'accezione sia negativa(passione cieca, acritica, vizio) che positiva (interesse,vocazione,abnegazione) ecc.ecc.
Per questo ho aperto il post dicendo che Dugongo mi ricordava quel "tal" Cicero pro domo sua!
Riprendendo il discorso interrotto la notte scorsa domandandomi: “... ma quale passione non comporta sofferenza?”
RispondiEliminaPer migliorare le proprie prestazioni, non prova forse sofferenza lo sportivo quando si allena? O non prova forse sofferenza lo studioso che per anni insegue, senza successo, la soluzione di un problema. E lo scolaro, desideroso di apprendere, non soffre forse nello svolgere decine di noiosi esercizi?
Per non parlare della passione a cui si riferiscono Sedna e Dugongo, quella che lega tra di loro due esseri umani. L’amore e’ fonte di dolori per antonomasia, ma non per questo lo rifuggiamo.
Cercando di generalizzare, possiamo dire che la ricerca del raggiungimento di ogni obiettivo da parte di esseri viventi, umani o animali che siano, e’ fonte di patimento. Dobbiamo allora concludere che la natura ci ha fatti tutti sciocchi o masochisti? Non sarebbe stato meglio poter raggiungere tutti gli obiettivi che vogliamo senza sforzo?
Ma certo che NO! La natura e’ stata, come sempre, saggia e benigna. La soddisfazione o il godimento sono il frutto di una azione, l’azione causa sofferenza, l’azione spesso e’ anche sbagliata o insufficiente, e questo e’ causa di ulteriore sofferenza, ma il raggiungimento dell’obiettivo prefissato ed il conseguente godimento, non sono il solo risultato della nostra azione, perché la ricerca della migliore azione e’ la base dell’evoluzione.
Non ho letto Danielewski, ma sulla base della ricostruzione fatta, lo ammiro perché ci invita a cogliere il significato profondo delle cose. Approfondendo allora il dualismo “passione-patimento” si può capire che la passione ci stimola a raggiungere i nostri obiettivi, anche a costo di patimenti e sofferenze, e questo ci permette sia di raggiungere i fini prefissati che di migliorare il mondo intorno a noi.
Entro qua forse a dibattito finito per tirare le fila (anche perchè in nottata, al max domani, ci sarà la Ricostruzione nuova)
RispondiEliminaLa frase di Danielewski, "buttata li'" senza contestualizzazione nè inquadramento dell'autore, ha suscitato fermento , ed era esattamente il risultato sperato! ;.3
Nel libro da cui è stata presa (Casa di Foglie) è usata a mo' di conclusione di un percorso accidentato della coppia in questione. Per questa ragione credo che il senso dato dall'autore (peraltro ancora in vita) sia quello dell'amare nonostante le difficoltà. E' come se ci volesse dire: <>
D'altra parte, si dice, "nella buona e nella cattiva sorte"!
il pezzo tra parentesi uncinate in penultima riga era: non sarà tutto rose e fiori!
RispondiEliminaGrazie per il tuo chiarimento...quindi siamo tutti d'accordo!
RispondiEliminaE' stata una bella discussione, grazie "all'amo" che hai buttato.;-)