mercoledì 27 novembre 2019

Ricostruzioni Poetiche - Inferno · Canto XXXIV




2 commenti:

  1. « E quindi uscimmo a riveder le stelle. ».
    Poche frasi hanno un così grande valore simbolico. In questa ricostruzione i nostri eroi lasciano gli umani cattivi nel buio dell’inferno e con le pive nel sacco, ma il sentiero alle loro spalle sembra un grosso rapace, nero e con gli occhi quadrati.
    E’ un pericolo che hanno appena superato o e’ una nuova minaccia che incombe su di loro? Chissà? Il pronostico non e’ facile, solo i prossimi racconti ci illumineranno.

    Ma la stessa frase assume anche valore simbolico per la nostra psiche. Dopo essersi guardati dentro, rendendo così onore ad Apollo ed altri («conosci te stesso»), concluso il viaggio nell’inconscio, si torna a riveder le stelle nella luce della coscienza. Ed anche in questo caso: che fare dell’ombra minacciosa che ci siamo lasciati alle spalle?
    Freud direbbe che dobbiamo rimuoverla e ricacciarla all’inferno, Jung, invece che avendola conosciuta, l’abbiamo privata della sua valenza negativa, che noi siamo cresciuti, diventati più forti e possiamo aprirci ad una nuova vita.

    Mi sembra che Dante sia un seguace di Jung, essendo poi andato a spasso per il Purgatorio ed il Paradiso. Ma la cosa più importante e’ cosa ne pensano i nostri eroi. Io li vedo più forti di prima e protagonisti di altri nuovi episodi, sia impegnati che allegri. Se qualcuno li vede invece chiusi in se stessi, intenti a rimuginare sul loro passato, incapaci di rimuovere e digerire la loro indole oscura, … e’ libero d farlo, anche se, personalmente, credo che si sbagli.

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    1. Esatto questo vorrebbe anche essere il messaggio della seconda stagione della Storia Ongaica, soprattutto della parte che riguarda l'Umana Alternativa.

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