mercoledì 24 aprile 2019

Ricostruzioni Filosofiche - Lo stoicismo




3 commenti:

  1. Povero Dugongo, dominato dalla passione del cibo.
    Ma ... ha fatto bene o a fatto male o la situazione e' un bel po' più' complessa?
    Direi che e' l'occasione buona per parlarne.

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    1. Sì, è una situazione decisamente più complessa ;-3
      Da una parte volevo richiamare alcuni spunti della Storia Ongaica, dall'altra affidare a Dugongo una allusione molto ironica!

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  2. Ci siamo lasciati chiedendoci se Dugongo avesse fatto bene o male ad essere dominato dalla passione del cibo. Non darò una risposta a questa domanda, tratteggerò però alcune caratteristiche di due eroi greci, lasciando ad ognuno di voi trarre le proprie conclusioni.
    -> Ercole: metà uomo metà dio, per non rimanere schiavo della sua natura umana, dovendo scegliere tra donne, Piacere e Dovere, sceglie di mettersi al servizio quest’ultima.
    Per riparare ai danni commessi per aver seguito le sue tentazioni e per rafforzare la sua componente divina, accetta di affrontare dodici truculente fatiche, simbolo di lotta contro la natura selvaggia. Senza entrare nei dettagli delle fatiche, convinto dell’importanza di non cedere alle proprie passioni, si dedica con abnegazione alla realizzazione dei brutali compiti assegnatogli.
    Completate le fatiche, dopo altre imprese sanguinarie simili alle precedenti, lascia che avvenga il suo passaggio nell'Olimpo. Come l’oracolo aveva previsto, la vita terrena di Ercole si conclude tragicamente per opera di un morto. Ancora una volta il sangue e’ il protagonista, viene avvelenato dalle sue stesse vesti ricoperte del sangue di una sua vittima.
    -> Ulisse: uomo senza alcuna componente divina, facile a cedere alle passioni, tanto da cercarle. Cerca di sfuggire fingendosi pazzo alla guerra annunciata, ma e’ proprio la sua natura umana a tradirlo e deve allora viverla contro la sua volontà. Alla mal parata fa di tutto perché almeno finisca il prima possibile e mettendo a frutto la miglior dote umana: la mente, con logica, astuzia, e azione riesce a porre fine al dramma.
    Ora potrebbe tornarsene a casa e godere la pace agognata e persa, ma ancora una volta e’ un uomo, non ha ambizioni divine, cede alle passioni, passa da una avventura a un’altra, fino all'apoteosi delle tentazioni: le Sirene. Ulisse cede ancora alle passioni, ma non alla stupidità. Sa che il loro canto potrebbe farlo perdere, ma vuole ascoltare quel canto e ancora una volta, grazie alla logica, l’astuzia, e l’azione, può ascoltarlo legato all'albero della sua nave.
    Infine, dopo aver ceduto e vissuto le passioni, capisce che e’ il momento di “tirare i remi in barca”, la mente non lo tradisce neanche ora, torna a casa a chiudere in famiglia ed in pace la sua esistenza.

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