mercoledì 13 febbraio 2019

Ricostruzioni Filosofiche - Diogene






4 commenti:

  1. Parto con la risata che mi ha fatto fare Miranda, troppo simpatica! e la domanda su come l'abbia presa una comunità' di gatti l'introduzione di un cinico: mah?

    Detto questo rimane la grandezza e lo spessore di un personaggio estremamente ricco e complesso come Diogene di Sinope. Rivisti e classificati i punti principali del suo pensiero mi e' rimasta una lista molto lungo in cui non ho saputo raccapezzarmi. Ho preso così i primi due, che ho condensato nel "rapporto tra natura e società" ripromettendomi di introdurre nella discussione molti dei punti tralasciati.

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  2. Si alla vista del cinico i gatti ongaici si sono molto risentiti... Europa si è subito trasformato in Reip!

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  3. RAPPORTO TRA NATURA E SOCIETÀ
    Non e’ forse la natura l’ambiente dove l’uomo ha vissuto, vive e dovrà vivere? E non e’ forse la società l’ambiente dove si e’ sviluppato, si sviluppa e si dovrà sviluppare? Ma allora, come può Diogene vivere questo rapporto in maniera così problematica?
    Possiamo cominciare a capire qualcosa, partendo dalle sue stesse parole: «l'Uomo ha complicato ogni singolo semplice dono degli Dei». E si, la natura, la società, il giusto rapporto natura-società sono semplici e grandi doni degli Dei. L’uomo infranse il dono della natura già ai tempi del paradiso terrestre e pose fine col fratricidio a quello della società. Ma da allora ai giorni dell’antica Grecia di tempo però ne era passato, l’uomo doveva aver imparato dai suoi errori.
    Ai tempi di Diogene alla natura si era sostituita la metafisica, al necessario il superfluo, al governo della società la corruzione ed al Dio gli Dei. Povero Diogene! E’ un miracolo che non ne sia uscito pazzo. Col suo stile di vita provò a dimostrare quanto i modi comuni fossero ridondanti e vuoti, ma venne considerato pazzo dai suoi contemporanei. Ma a differenza dei tempi antichi, ora tutto e’ stato documentato e messo “per iscritto”, l’uomo non poteva non aver capito.
    Alla fine del XIX secolo pare che Diogene abbia iniziato a rivoltarsi nella tomba per passare il testimone a Nietzsche. La metafisica era diventata la rivoluzione industriale, il superfluo il lusso, la corruzione era stata trasformata in leggi ed era tornato un Dio solo ma lo si portava in giro in portantina perché dall'alto non vedesse le vergogne che c’erano sotto. Sperando in un buon fine, Nietzsche provò a trasvalutare i valori del suo tempo, ma il piano falli, portandolo alla follia. Oggi finalmente siamo tutti connessi, informazioni da tutto il mondo ci arrivano in tempo reale, … “e fatta!”. Sentiamo questa intervista a un uomo qualunque.
    “Cosa pensa della natura?”
    «Natura? … ah si, ho visto uno spot, deve essere stata una cosa degli antichi, … ma, non so come facessero a viverci?»
    “E cosi mi dice della società?”
    «Di quella ne abbiamo un sacco, coi social so tutto dei miei amici, vedo le foto, chattiamo, e’ utilissimo, un vero spasso!.»
    “Capisco. Infine sulla religione?”
    «Beh, di preciso non so, so di qualche profeta, credo che sia in California o in qualche altro stato che adesso non ricordo.»

    PS: ho scritto questo post in chiave negativa, come credo l’abbia vissuta Diogene, che si impose uno stile di vita per controbilanciare le mode del suo tempo. Ma per aprire la porta della stanza della comprensione occorre anche un’altra chiave: quella dell’ottimismo, non possiamo ignorare i progressi dell’uomo fatti dal tempo del Paradiso Terrestre ad oggi.
    Ecco perché sono un sofista e mi piacciono i sofisti, perché per elaborare i loro “sofismi” sono costretti a guardare la realtà sotto diversi punti di vista.

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  4. Questa riflessione tra il serio e il faceto è abbastanza condivisibile. Almeno in un punto sono assolutamente d'accordo: oggi abbiamo perso il nostro rapporto con la natura e questo, forse, ci rende meno umani...
    Tanti social ci rendono davvero più socievoli?

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