Nelle puntate precedenti: scoppia una guerra nel regno dell'Ongheu e il general Miranda è ferito a morte!
"Questo sì che è un buon piano, eh!"
esclamò Dugongo dopo che il Vecchietto ebbe finito di illustrare la strategia con cui liberarsi degli umani cattivi. "Così saranno sistemati per benino!" aggiunse la principessina ridacchiando, ma con un retrogusto di malinconia, perché era arrivato il momento dei saluti. Dato che "il tempo a disposizione era quasi scaduto", come aveva ricordato il Vecchietto, bisognava fare in fretta, ma a che tempo lui si riferisse Dugongo lo ignorava, anche perché tra i due mondi la sincronia non era perfetta...
esclamò Dugongo dopo che il Vecchietto ebbe finito di illustrare la strategia con cui liberarsi degli umani cattivi. "Così saranno sistemati per benino!" aggiunse la principessina ridacchiando, ma con un retrogusto di malinconia, perché era arrivato il momento dei saluti. Dato che "il tempo a disposizione era quasi scaduto", come aveva ricordato il Vecchietto, bisognava fare in fretta, ma a che tempo lui si riferisse Dugongo lo ignorava, anche perché tra i due mondi la sincronia non era perfetta...
"Ciao Dughi! Torna a trovarci!" salutò la bambina con un piglio tutto serio che serviva a mascherare le lacrime "e riportami il fiocco, che è il più bello che ho!"
"Tieni, Dugongo!" disse il Vecchietto porgendogli un'ampolla "è una medicina potentissima che cura ogni tipo di ferita. Viene da un mondo di quelli che sorveglio, molto avanzato nella ricerca: devi andare in guerra, non si sa mai!" E all'ennesimo grazie del micio rispose: "Non ti preoccupare, saprai come ricompensarmi..." E questo pensiero per un attimo sovrastò tutti gli altri nella testa di Dugongo, poi la bocca di Haumea si chiuse e si riaprì e i due umani e la Sedna di compagnia non c'erano più.
"Inizio ad essere troppo vecchio per queste emozioni, dovrei trovarmi un sostituto!" sospirò il Vecchietto, ma Dugongo, ormai nel suo mondo, stava già navigando verso il regno dell'Ongheu.
"Hanno già fissato il funerale?"
"Penso sarà insieme a quello di tutti gli altri." - queste le prime parole che Dugongo udì appena sceso dalla barca.
"Piantatela tutti e due, così portate iella!" protestò un terzo gatto, e si passò la zampa destra dietro l'orecchia sinistra, che nel mondo dei gatti è un gesto di scongiuro.
"In effetti non è morta..." si corresse il gatto che aveva parlato per primo.
"Non ancora" insistette l'altro "la veterinaria ha detto che non passerà la notte!" e ancora, stavolta tutti e tre, si passarono la zampa dietro l'orecchia.
"Povera regina, la sua prima figlia!"
"Almeno lei muore con onore, pensa a quel giardiniere, quel codardo! Se l'è data a gambe la notte prima della guerra..."
"Se penso che è suo padre, guarda...!"
Ora, il Dugongo vecchio se la sarebbe davvero data a gambe, adesso, se non già da prima. Ma quello non era più il Dugongo vecchio - tutte le sue avventure l'avevano cambiato, e soprattutto l'amore, per Sedna e per i micini - e avrebbe voluto stare lì e dirgliene quattro a quei gattacci impertinenti. Eppure proprio adesso non poteva. E non poteva proprio perché era cambiato. Non contava più così tanto quello che pensavano gli altri di lui, aveva qualcuno da salvare: qualcuno a cui voleva bene.
E allora Dugongo corse, come solo lui sapeva fare, come anni di fuga gli avevano insegnato, non via, ma verso Miranda. E la trovò nel suo letto, sdraiata, il corpicino pieno di ferite, debolissima, ma che ancora respirava. E la cosparse della medicina che gli era stata data, dappertutto, senza risparmiarne nemmeno una goccia.
Forse perché aveva esagerato con le dosi, l'effetto fu immediato e la micina si risvegliò con un sonoro "MIAO!"
"Piantatela tutti e due, così portate iella!" protestò un terzo gatto, e si passò la zampa destra dietro l'orecchia sinistra, che nel mondo dei gatti è un gesto di scongiuro.
"In effetti non è morta..." si corresse il gatto che aveva parlato per primo.
"Non ancora" insistette l'altro "la veterinaria ha detto che non passerà la notte!" e ancora, stavolta tutti e tre, si passarono la zampa dietro l'orecchia.
"Povera regina, la sua prima figlia!"
"Almeno lei muore con onore, pensa a quel giardiniere, quel codardo! Se l'è data a gambe la notte prima della guerra..."
"Se penso che è suo padre, guarda...!"
Ora, il Dugongo vecchio se la sarebbe davvero data a gambe, adesso, se non già da prima. Ma quello non era più il Dugongo vecchio - tutte le sue avventure l'avevano cambiato, e soprattutto l'amore, per Sedna e per i micini - e avrebbe voluto stare lì e dirgliene quattro a quei gattacci impertinenti. Eppure proprio adesso non poteva. E non poteva proprio perché era cambiato. Non contava più così tanto quello che pensavano gli altri di lui, aveva qualcuno da salvare: qualcuno a cui voleva bene.
E allora Dugongo corse, come solo lui sapeva fare, come anni di fuga gli avevano insegnato, non via, ma verso Miranda. E la trovò nel suo letto, sdraiata, il corpicino pieno di ferite, debolissima, ma che ancora respirava. E la cosparse della medicina che gli era stata data, dappertutto, senza risparmiarne nemmeno una goccia.
Forse perché aveva esagerato con le dosi, l'effetto fu immediato e la micina si risvegliò con un sonoro "MIAO!"
Come mi piace questo colpo di scena!
RispondiEliminaMa tanto, tanto! :-) :-) :-)
P.s.: fatti insegnare dalla veterinaria a tagliare le unghie ai gatti,AL PIÙ PRESTO! non posso immaginarti come l' "umana da compagnia" piena di graffi!!!
Sì, è proprio bello questo capitolo.
RispondiEliminaDenso di significati. Bellissima l'immagine di Dugongo che fa prevalere l'Amore sul giudizio altrui. L'Amore l'ha reso coraggioso, saggio e altruista|
SPLENDIDO!
(Cogli il consiglio di Dartagnan, è una dimostrazione di affetto!)
Grazie a entrambi!
RispondiEliminaSì, la prossima volta che vado dalla vet glielo chiedo, tanto sono lì tutti i mesi!