mercoledì 16 gennaio 2019

Ricostruzioni filosofiche - Arthur Schopenhauer





«La pietà per gli animali è talmente legata alla bontà del carattere che si può a colpo sicuro sostenere che un uomo crudele verso gli animali non può essere un uomo buono»  (A. Schopenhauer)

15 commenti:

  1. Dicono che col tempo il proprietario di un cane tenda ad assomigliare al suo fedele compagno. Schopenhauer ed il suo barboncino non fanno certo eccezione a questa regola . Parto con questo incipit "leggero" per alleviare un po’ il fatto che Schopenhauer non mi piace: non mi piace come filosofo per le conclusioni a cui giunge; non mi piace come persona, per cosa pensava delle donne e neanche avrei averlo voluto come vicino di casa viste le liti e le lesioni causate ai poveri malcapitati; non mi piace il mondo in cui e' vissuto, la mitteleuropa coi suoi cieli e paesaggi grigi, che non e' certo un inno all'ottimismo.
    Ciononostante non posso non appezzare la vastità e la profondità del suo pensiero, su temi quali il rapporto tra soggetto e oggetto, o la volontà come vera essenza dell'essere.
    Rivedendo la descrizione della sua vita, trovo uno spunto di discussione che pongo alla attenzione del blog: <>. Per non influenzare la discussione, non anticipo le ragioni della mia scelta, ne parlerò in un prossimo post più avanti.
    Sul tema introdotto da Alice, mi farebbe anche piacere discutere spunti proposti da altri utenti del blog.

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  2. Riscrivo il tema che l'editor del blog ha cancellato (SIC !)
    "come dobbiamo comportarci con i nostri desideri?"

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    1. Colgo o spunto di Protagora e condivido i frutti della mia riflessione a riguardo.
      Secondo me un approccio estremistico in tema di desideri è controproducente sia verso la rigidità sia verso il concedersi troppo. (che poi è quello che identifichiamo, erroneamente, con "stoicismo" ed "epicureismo").
      Il problema è allora cosa concedersi? ovvero: esiste un criterio che ci aiuta a discernere cosa è "bene" da cosa è "male" per noi?
      Per come la vedo, ci deve essere un riferimento a un'etica o ad una morale (dove poi vanno queste a fondarsi a loro volta è un problema che non affronto qui) improntata ad un Bene superiore.
      Rilancio la palla a voi chiedendo: tutto ciò che nell'immediato mi dà un beneficio lo porta poi nel lungo periodo? nel caso che in un'istanza specifica la risposta alla prima domanda fosse NO, cosa dovrei scegliere allora?

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  3. Grazie come sempre a Protagora che individua di volta in volta dei temi di discussione molto interessanti.
    Per quanto mi riguarda si può tenere questo giorno/spazio per dare sfogo ai nostri istinti filosofici, se poi, con l'aggiungersi di nuovi utenti, la cosa si rivelerà troppo pesante, eventualmente si correggerà il tiro, ma per ora mi sembra fattibile...
    A me personalmente Schopenhauer piace, anche se non è tra i miei preferiti, ma dissento con una bella fetta del suo pensiero che trovo molto basato sul sentire personale.
    Per la prossima settimana vi lascio una scelta (tanto l'altra opzione la farò a febbraio): Diogene o Edith Stein?

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    1. Pur essendo amante degli "antichi" e facendone anche parte ;-) credo che non si possa non rendere merito e non riflettere sul pensiero di una filosofa, martire e santa come Edith Stein.

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    2. Edith Stein è tra i miei santi preferiti, penso sia una figura comunque interessante, a prescindere dal credo religioso.

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  4. Prima di tutto mi complimento con te per come riesci bene nel disegno, in questo ma anche nei precedenti, a riassumere con pochi tratti, le "caratteristiche" cruciali di ogni filosofo e lo fai aggiungendo sempre quel pizzico di ironia leggera che, sdrammatizzando l'argomento, gli dona pure piacevolezza....BRAVA!
    È veramente apprezzarabile il tuo lavoro.
    Passando al pensiero filosofico di Schopenhauer devo dire che per me il suo pensiero è un po' troppo pessimistico, anche se alcuni temi sono condivisibili.
    Un' osservazione circa la sua affermazione circa il fatto che l'uomo che è crudele con gli animali non è sicuramente un uomo buono, beh....Hitler amava gli animali ed era contro la vivisezione... ma non si può dire che fosse un uomo buono!
    Ma forse sono io che interpreto male....

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    1. Innanzitutto mi associo all'amico Dartagnan nei complimenti ad Alice per come rende piacevoli e leggeri, ma non banali, temi non proprio semplicissimi; devo però dirgli che bisogna stare attenti a contestare i filosofi perché sono difficili da “prendere in castagna”, sono meticolosi. pignoli, tignosi e, come dice Alice, “ne sanno sempre una più del diavolo”.

      Schopenhauer e' perfettamente nel giusto quando dice “l'uomo crudele con gli animali non può essere buono”. Infatti, questa frase vuol dirci SOLO quello che dice, NIENTE DI PIU'.
      In particolare, non vale l'implicazione inversa, e NON CI DICE che “chi non e' un uomo buono, e' crudele con gli animali”. Infatti Hitler non era un uomo buono ma non era neanche crudele con gli animali.

      Quanto detto finora dice tutto e possiamo anche chiudere qui. A chi però volesse fare un passo in più, diciamo anche che quella di Schopenhauer (“l'uomo crudele con gli animali non può essere buono”) e' solo una CONDIZIONE SUFFICENTE a "non essere un buon uomo", cioè, basta essere crudeli con gli animali per “non essere un buon uomo”, ma NON E' NECESSARIA a “non essere un buon uomo” e pertanto ci sono uomini non buoni (vedi Hitler) che amano gli animali.

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    2. Sì, in effetti "crudele con gli animali" implica "non buono", ma non si dice niente sulla validità di questo rapporto al negativo. In logica e insiemistica si direbbe che questa funzione è iniettiva e non biunivoca (non vale il viceversa). Poi non volevo stare lì a sottilizzare per smentire questa fama del filosofo come persona pignola ;-3

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    3. Cavilli filosofici.....è così che se la cavano sempre EH?! ;-)
      Mi avete spiazzato....

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    4. Comunque è la prima parte della citazione
      "La pietà per gli animali è talmente legata alla bontà di carattere che...ecc...ecc..
      che mi ha fuorviato....forse

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  5. Orca... questa mi era sfuggita! Beh, diciamo che sono d'accordo con la citazione animalista solo al 99% allora...

    Grazie dei complimenti... beh, devo dire che i filosofi con la loro fisionomia particolare, mi rendono questo compito molto semplice!

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  6. Allora diciamo che è l'agente speciale Nyx che rende spiritosa la ricostruzione! ;-)

    Sto riflettendo sulla scelta del prossimo filosofo....e se li scegliessi tutti e due? ;-)

    Il tema proposto dal nostro Protagora và studiato bene...."cogiteró" ancora un po'....

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  7. Due parole per spiegare il senso dei miei post. Non sono commenti filosofici, non ne ho la competenza e credo sarebbero comunque fuori luogo. Ma in molte delle cose che leggo o vedo mi piace chiedermi: “cosa vuole dirmi?”, “cosa mi insegna?”. Questa e’ una “malattia” che condivido, ad esempio, coi filosofi naturalisti, coi fratelli Montgolfier, con W. Pauli, solo per citare i primi che mi vengono in mente. Cosi, frequentando il blog, ho trovato alcuni temi interessanti, e nell’approfondirli … e’ scattata la molla delle domande e delle riflessioni che sto condividendo.
    Colgo l’occasione per ringraziare Alice per l’occasione che mi sta dando e … maggiori saranno i contributi, più ricca sarà la discussione. Domani le mie riflessioni su Schopenhauer.

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  8. Alla domanda “come dobbiamo comportarci con i nostri desideri?” Schopenhauer rispose che bisogna negarli. Sappiamo che la sua vita fu costellata di cattivi rapporti con tutti a: dalla madre alle compagne, da Hegel ai vicini di casa. Penso che a causa della regola autoimpostasi di negare i propri desideri, Schopenhauer sia entrato in uno stato di insoddisfazione e frustrazione che, manifestata dal suo atteggiamento nei confronti degli altri, abbia prodotto la loro ostilità, con conseguente innesco della reazione: insoddisfazione -> frustrazione -> atteggiamento ostile -> ostilità altrui -> nuova insoddisfazione e così via fino all'isolamento ed al pessimismo.

    Dobbiamo allora assecondare i nostri desideri incondizionatamente? Supponendo di farlo, e’ facile immaginare che finiremmo presto col ledere desideri e diritti degli altri, finendo isolati dalla società, nel migliore dei casi, ricercati o reclusi nel peggiore.
    Ma allora che fare? Beh, perché non provare a trattare i nostri desideri come dei “veri amici”? Se un amico ci chiede di fare qualcosa che non lede le aspettative ed i diritti degli altri, siamo lieti di accontentarlo. Ma se ci chiede di andare oltre il lecito come ci comportiamo? Direi che proviamo a fargli cambiare idea, facciamo proposte alternative, insistiamo nel convincerlo del suo errore ma, se alla fine, rimane irriducibile, allora a malincuore lo salutiamo e cambiamo amicizie.

    Schopenhauer ci ha fatto riflettere su due aspetti entrambi importanti per la completezza della nostra esistenza: gli altri sono lo specchio del nostro atteggiamento, gli effetti delle nostre azioni vanno valutati attentamente.

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