lunedì 27 aprile 2020

Editoriale Ongaico - Protezione planetaria


Direi che oggi, dopo una quarantina di giorni di quarantena, sappiamo tutti quali e quanti danni possano recare quei piccoli frammenti di RNA o DNA chiamati virus.
Wikipedia definisce i virus come "entità biologica con caratteristiche di parassita obbligato" ovvero piccole sequenze di materiale biologico (RNA e DNA appunto) che possono replicarsi e quindi "vivere" solo all'interno di un ospite, o meglio all'interno delle cellule di quell'ospite fino a quando, lo stesso, rimanga in vita; si perché se questi muore, muore anche il virus. Quindi potremmo affermare che il virus intelligente è quello che non uccide l'organismo che ha infettato - ad oggi virus intelligenti, secondo questo parametro, non sono noti. 
Ma il virus sono vivi o no? Secondo alcuni studiosi possono essere considerati come tali a tutti gli effetti dato che hanno materiale genetico, si riproducono e riescono anche ad evolversi tramite mutazioni ma quando e come si sono evoluti? Non è ancora chiaro. 
Altri elementi "piccoli ma cattivi" sono i batteri, che appartengono ad un vero e proprio regno e sono tra i portatori di malattie quali peste, tetano, lebbra e colera per citarne solo alcune... adesso avete capito perché "cattivi"? La cosa incredibile è che, fondamentalmente, il mondo "è roba loro": virus e batteri sono ovunque, non so perché e, sinceramente, non essendo un biologo non saprei spiegarlo a dovere. Quello che mi interessa è che voi abbiate ben chiaro il casino che possa fare una semplice porzione di materiale genetico al corpo umano, cioè alla vita intelligente per come la conosciamo. Ora che ho la vostra più completa attenzione ecco che vi chiedo uno sforzo di fantasia...

Voglio che voi pensiate di essere scienziati planetari coinvolti in un progetto in cui stanno costruendo una sonda o un rover da mandare su un altro pianeta del nostro sistema solare, ok? Bene ora immaginate che quella sonda o quel rover dovranno andare fino laggiù per cercare segni di vita presente o passata, ok? Bene ora immaginate che a bordo di quella sonda o rover ci siano gli ultimi ritrovati tecnologici per l'analisi minuziosa del terreno o dell'atmosfera, ok? Bene ora immaginate che quel rover o quella sonda, oltre che a trasportare fior fior di tecnologie trasportino per errore anche virus e batteri... Cosa succederebbe?
Se gli astronauti Apollo al loro rientro hanno dovuto rispettare un rigoroso processo di quarantena, perché un rover che noi mandiamo su un mondo potenzialmente abitabile (o abitato...) non dovrebbe seguire lo stesso processo? Come può un ammasso di metalli, circuiti e tecnologia fare quarantena su un pianeta a minuti o ore luce da noi? Semplice: non può. Quindi è importante che arrivi laggiù il più possibile pulito ed incontaminato... come una sorgente d'acqua di montagna spaziale!
È qui che entra in scena la Planetary Protection: un codice di regole in stile Avengers (o se siete fan DC, Justice League) per consentire il corretto svolgimento delle missioni senza "inquinamenti" organici o batterici di sorta. 
Non sto a raccontarvi da quando o per quanto, sappiate solo che ogni sonda ed ogni rover sono sottoposti a severi e rigorosi processi di sterilizzazione a seconda dell'obbiettivo finale. Se si tratta di un rover (quei veicoli carini controllati a distanza che si divertono a sgommare nei deserti di Marte ad esempio) il processo deve essere il più rigido possibile soprattutto se la destinazione è un pianeta con possibilità di ospitare vita (o averla ospitata) come Marte. Per quanto riguarda le sonde, invece, il processo può essere meno rigido, se dirette verso target ritenuti sterili come ad esempio Saturno ed il suo sistema di lune.
Poi ovviamente può andarti di gran sfiga e la stessa sonda che sembrava diretta verso un sistema sterile è quella che scopre che Encelado (una delle lune di Saturno) emette veri e propri geyser di acqua salendo così di colpo in cima alla classifica dei "posti sui quale potrebbe esserci vita". Sto parlando della Missione Cassini, quella che amo definire "i 13 anni di foto più belle che la NASA ci ha regalato". Al termine di questa missione, viste le scoperte fatte, si è deciso di far distruggere la sonda nell'atmosfera saturniana, piuttosto che lasciare che "inquinasse" un habitat potenzialmente vitale. 
Dopo quell'esperienza la planetary protection ha dato un ulteriore giro di vite, aggiungendo la possibilità "ok, è sterile ma non si sa mai". Essa quindi prevede ad oggi categorie che vanno dalla I (per i corpi altamente inospitali come il Sole, Urano o Nettuno) alla IV nella quale sono inseriti i corpi con pù probabilità di ospitare o avere ospitato vita (Marte, Encelado, Europa). La categoria V è riservata alla difesa della biosfera terrestre e ad essa appartengono tutte le missioni che, dopo aver prelevato campioni su un corpo celeste, li devono riportare in sicurezza sul nostro pianeta. A sua volta la categoria V è suddivisa in Restricted ed Unrestricted, a seconda che tali campioni provengano da corpi potenzialmente abitati/abitabili o no. Comunque la vogliamo guardare, la ricerca della vita extraterrestre passa prima dalla protezione della stessa.


Si ringrazia Letizia Davoli per il materiale fornito (articolo planetary protection per Spazio Magazine)

2 commenti:

  1. Molto interessante, non sapevo di questo sistema minuzioso di Protezione Planetaria!

    Per fortuna che a qualche buontempone complottista non è venuto in mente di fare qualche astruso collegamento circa la provenienza dallo spazio del Covid-19.....viste tutte le fake-news che circolano in giro sul web!
    Manca solo questo, vabbè che potremmo farci qualche risata in più!

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    Risposte
    1. 'Direi che già i complotti sul 5g e altre astrusita soddisfano i nostri desideri di cospirazione!" Dice L'Agente Speciale Nyx 😺
      A parte tutto trovo anche io molto interessante l'argomento della protezione planetaria, non escludo che si possa riprendere argomenti simili in futuro...

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