giovedì 23 aprile 2020

Editoriale Ongaico - La Fase Due sta arrivando: come ci comporteremo?


Con il consolidamento dei dati positivi in merito ai contagi da questo virus che ci sta paralizzando da ormai quasi due mesi, siamo in tanti a fantasticare su un'imminente ripartenza. 

Se ora come ora si fa sentire preponderante il fronte di chi a "stare a casa" proprio non ce la fa più (sia per ragioni economiche, sia perché ha finito idee ed energie per impegnare le giornate), quelli che già dall'inizio si trovavano in difficoltà (e a cui, forse, è stato dato poco ascolto) stanno rapidamente raggiungendo il limite.
Mentre gli "addetti ai lavori" stanno studiando un piano per riaprire i Paesi in sicurezza, noi che ci occupiamo di scrittura e di opinione vorremmo fare qualcosa in più che limitarci a fantasticare. Ecco dunque un altro breve spunto che prende le mosse da una considerazione, cruda ma realistica, sulla natura umana.
Al termine di un lungo tempo di sacrifici, viene spontaneo segnarne la chiusura con festeggiamenti, sia per sfogare le energie precedentemente represse, sia per esorcizzare quello che è stato. Un tipico esempio si verifica ogni anno, in Italia, e ancora di più in alcuni Paesi esteri, in conclusione del periodo scolastico. Questa volta però il prezzo in gioco è molto più alto e i sacrifici che ci sono stati chiesti molto più onerosi. Riusciremo allo scoccare della fatidica data a non farci prendere la mano, lasciandoci andare ad atteggiamenti irresponsabili e pericolosi?

Torna alla mente il comportamento dei cani che, come era purtroppo uso comune negli ambienti rurali fino a qualche decennio fa, vivevano legati ad una catena: per quanto la catena potesse essere lunga e consentire libero movimento anche per una piccola corsa, non appena veniva liberato, l'animale tendeva a correre come un pazzo, a saltare addosso per l’entusiasmo a chiunque si trovasse intorno e qualche volta persino a scappare, per poi tornare pieno di rovi aggrovigliati al pelo e di ferite. Ebbene, noi esseri umani, pur possedendo sovrastrutture mentali di cui i nostri amici pelosi non sono dotati, manteniamo ancora molti atteggiamenti istintivi che hanno contribuito alla nostra evoluzione e alla nostra sopravvivenza come specie, ma che oggi non ci sono più così utili e rischiano invece di danneggiarci. Così, liberati dalla catena, corriamo il rischio di mettere in atto comportamenti di fuga da un contesto che abbiamo vissuto come opprimente, sebbene questi possano rivelarsi controproducenti e magari pericolosi. Pensiamo, per fare un esempio, al consumo di alcol, che spesso si accompagna alle uscite in compagnia, ai festeggiamenti e alla celebrazione della “libertà”: certamente l’ebrezza e l’effetto di riduzione delle inibizioni indotti dall’alcol possono comportare il rischio di incorrere più facilmente e, magari inconsapevolmente, in atteggiamenti irresponsabili (basti pensare al rispetto del mantenimento delle distanze che dovremo almeno per un po’ considerare).

Una strategia che possiamo provare ad adottare per proteggerci dalle “trappole” della nostra mente che portano a simili comportamenti è quella di porci in una prospettiva "mindful", cioè di piena consapevolezza. Ancorarci all’esperienza di restrizioni appena vissuta, non per rimuginare su di essa ma per evitare di vanificare i sacrifici fatti, e rimanere in contatto con quelli che possono essere stati i benefici di un periodo più sobrio e regolare: questo punto di vista potrebbe aiutarci a mantenere degli atteggiamenti costruttivi e funzionali anche dopo la tanto attesa “liberazione”. 
Ed è anche essenziale imparare a riconoscere i propri limiti senza vergognarsene. Citando nuovamente il mondo animale, non ha senso andare avanti col paraocchi per poi imbizzarrirsi al primo ostacolo. Un rapporto con noi stessi più realistico e sereno è fondamentale per individuare le potenziali difficoltà con un anticipo sufficiente a chiedere aiuto prima che la situazione degeneri. Inutile dire che in un contesto dove le fragilità psicologiche non fossero ancora oggetto di stigmatizzazione e repressione, raggiungere una tale consapevolezza sarebbe molto più semplice...

Alice Lazzari
Maria Papiri

2 commenti:

  1. Un editoriale di pubblica utilità molto interessante!

    La prova è stata dura, durissima e chi stava lasciandosi sopraffare dallo sconforto/depressione, dalle proprie fragilità, potrà esercitando la consapevolezza, ritrovare il valore irripetibile della vita.....
    La mente deve consolare il cuore!

    Certo per un pò la libertà sarà "condizionata".....sapremo usare il buon senso?

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    Risposte
    1. Grazie! Sono contenta che l'articolo Interessi e spero possa servire per un vicino ritorno alla normalità!

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