lunedì 6 aprile 2020

Editoriale Ongaico del lunedì - Breve riflessione sul gioco


Quando entra in casa un giocattolo nuovo per il Micino P è una vera e propria festa: salta di felicità, miagola per richiamare l'attenzione, cerca di farci capire che non smetterebbe di giocarci mai! Qualche volta mi spazientisco: "Europa, non adesso! Non vedi che sto mangiando/ dormendo/ lavorando"? Ma poi mi vengono in mente le parole della Veterinaria "I giochi permettono ai felini di esprimere comportamenti naturali, quali l’istinto di caccia che li caratterizza. Ma non solo: le attività ludiche fanno sì che il micio possa liberare le energie represse. Se infatti al gatto non viene data la possibilità di giocare, potrebbero insorgere in lui problematiche comportamentali che spesso rappresentano atteggiamenti naturali cui non è stato dato sufficiente sfogo nelle attività quotidiane".
Ed è quest'ultima affermazione riguardante le energie represse che mi sta facendo riflettere in questi giorni su quanto sia fondamentale la dimensione del divertimento non solo per i gatti, ma per ciascuno di noi.
Da ormai un mese siamo tenuti per il benessere comune a trascorrere la quasi totalità del nostro tempo in casa, proprio come i nostri a-mici, e, proprio come capiterebbe a loro, la situazione sta iniziando a provocarci qualcosa di più serio della semplice noia. Internet e televisione ci avvertono di programmare le nostre giornate in modo da trovare spazio anche per la ricreazione, ovviamente nei limiti in cui le misure ce lo consentono. Ma come fare se si abita da soli e per giunta in spazi piccoli? C'è da dire che i passatempi anche per chi è in solitaria non mancano di certo: da un gioco di carte, ad uno schema di parole crociate, fino ad arrivare alle modernissime avventure virtuali. Tuttavia continuo a pormi alcuni interrogativi, a mio avviso, non di poco conto.
In una società dove il lavoro tende a chiederci sempre un maggior numero di ore, l'attività ludica è ancora in grado di trovare una giusta collocazione? E, attenzione, non mi riferisco qui ad un quantitativo di tempo, ma piuttosto all'importanza e alla dignità che diamo alla dimensione del gioco.
In un frangente dove le nostre difese sono ad un livello di allerta massima, riusciamo ancora a proteggere il nostro bambino interiore, o l'abbiamo chiuso in una stanza, convinti che in un momento così delicato sia solo l'adulto in diritto di dire la sua? Io credo che la tanto attesa Fase Due dell'emergenza che stiamo vivendo potrà essere veramente efficace solo se saremo in grado di dare ascolto anche alla nostra naturale tendenza allo svago, in modo da evitare che, eccessivamente repressa, finisca per dare luogo nel medio termine a comportamenti dannosi per noi stessi e per gli altri.

3 commenti:

  1. Volevo avvisare che sto lavorando ai contenuti dei prossimi giorni, per evitare di non pubblicare niente sotto Pasqua... Quindi se non rispondo in un tempo ragionevole è perché ho quantità doppia di cose da fare 😺
    Comunque vi leggo e ho anche notato che qualcuno si è dato alla poesia 😺
    Tornerò presto a rispondere!

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  2. Sì…..forse è arrivato il momento di aprire le case, i parchi, le attività ricreative.
    S’intende con le dovute precauzioni: mascherine, distanza di sicurezza come ci raccomandano gli scienziati.
    Ormai lo abbiamo capito: questa sarà la nuova modalità di rapportarci.Troppo cara ci è costata la “vicinanza” senza protezioni durante l’incubazione della pandemia!
    Un’immagine che ci ha sconvolto e che ricorderemo per sempre: le bare sui camion in fila lungo le strade ,il dolore per le persone morte senza la vicinanza e l’affetto dei propri cari, gli anziani morti in solitudine e talora in abbandono…
    li sentiamo tutti “nostri”…. nonni, papà, mamme che non abbiamo potuto abbracciare un ultima volta!
    Un monito terribile. Ora dateci la possibilità di elaborare/ esorcizzare tutto questo dolore….il lutto, altrimenti esploderemo. E’ chiaro a tutti il pericolo che corriamo....ed è per questo che saremo tutti estremamente responsabili, come lo siamo stati finora stando al chiuso, ma ora è arrivato il momento di allentare un poco le restrizioni.
    Temo che se non ci permetteranno di incanalare questa sofferenza, tutto questo stress accumulato e represso si trasformerà in disubbidienza civile.
    I bimbi hanno bisogno di uscire e gli adulti di giocare con loro, di ritrovare un po’ di normalità, gioiosità.
    Dovremo farlo con regole insolite, innaturali, va bene, siamo disposti ad accettarle pur di avere una parvenza di normalità. Un’ora d’aria non si nega a nessuno!
    Con responsabilità….non è impossibile.Sarà una Nuova Pasqua.
    Voglio trovare il risvolto positivo a questa clausura forza: ci ha aiutato a riflettere su noi stessi, sul nostro rapporto con gli altri, facciamone tesoro.
    Come ha detto il Papa:”concentriamoci non su quanto abbiamo perso ma su quanto possiamo dare.”
    Così il nostro senso di esistere avrà un significato se, ognuno nel suo piccolo mettendosi al servizio dell’altro con le proprie modalità, capacità, prerogative, offrendosi ……donandosi.
    Non saremo più come prima, ci dicono e credo che sia vero.
    Se questa esperienza drammatica ha risvegliato in noi vicinanza verso il prossimo l’unica consolazione che avremo sarà che non è stato un sacrificio inutile.

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  3. Come te sono convinto che la repressione di una spinta vitale non può che produrre disastri. Gli effetti negativi di tale repressione sono confermati da esperienze e studi.

    Ritengo che il problema risieda nel conflitto tra la nostra componente animale e quella razionale. Il termine “animale”, se letto in chiave positiva, implica uno stretto legame con la natura, volontà di vita e di perpetuarla mentre, mentre in chiave negativa,.indica violenza, sopraffazione ed egoismo. Nel nostro interesse, e sottolineo “nel nostro interesse”, lo sviluppo di strumenti, della parola, e la concezione di enti a noi superiori, ci hanno permesso lo sviluppo della componente razionale. Affermazione non molto diversa dal prologo del Vangelo di Giovanni.

    Il gioco e il divertimento sono tra gli strumenti che hanno aiutato la nostra evoluzione agli albori, pensiamo ad esempio al flauto di Divje Babe o a dadi e statuine trovati in scavi archeologici. Gioco e divertimenti sono così troppo radicato in noi per poter essere repressi senza gravi conseguenze, ma la storia, che sembra condannarci, ci viene anche in aiuto per superare momenti duri come questi. Copiamo allora chi ci ha preceduti, parlando di più dentro di noi, con chi ci e’ vicino e, perché no, anche con qualcuno un po’ più in alto.

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